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Liberabimbi
Breve accenni ai fondamenti scientifici ispiratori del progetto
La relazione verbale che nasce intorno alla lettura ad alta voce di un libro è
affettivamente molto avvolgente, sia per il bambino che per l’adulto; tuttavia –
nonostante permanga in maniera diffusa la percezione di tale rilevanza- sono
cambiati i costumi nella quotidianità familiare: si legge e racconta sempre
meno. Sempre più è presente la televisione.
Coloro che aderiscono al progetto Liberabimbi ritengono che sia importante
sostenere con forza l’importanza del rapporto fisico, culturale ed affettivo che
si instaura tra chi legge e chi ascolta, per vari ordini di motivi:
- per il significato che il linguaggio riveste nell’evoluzione umana (si costruisce
una personale immagine del mondo utilizzando le strutture proprie del
linguaggio);
- perché la lettura espone il cervello a situazioni nuove che stimolano la ricerca
di soluzioni;
- perché le azioni che maggiormente contribuiscono a sollecitare lo sviluppo
mentale sono la musica, la narrazione e la lettura ad alta voce, le attività
artistiche e quelle fisiche;
- perché tra le attività di cura che maggiormente contribuiscono a promuovere
un attaccamento sano tra il bambino e chi se ne occupa sono comprese: il
contatto visivo, il sorriso, le carezze, la disponibilità a rispondere alle sue
carezze, condividere giochi, parlare e leggere insieme.
I volontari aderenti al progetto Liberabimbi sanno che quanto più precoce è
l’incontro con la parola, quanto più facilmente il bambino svilupperà
competenze comunicative.
Nell’ambito di questa presentazione del progetto non dedicheremo spazio all’
analisi della rilevanza che assume la precoce esposizione a letture e narrazioni,
poiché sul tema è disponibile un’ampia letteratura nonché ottime sintesi sui siti
dedicati.
Come nasce il progetto
Nel dicembre 2007 l’Associazione Volontari Ospedalieri (AVO) -sezione di
Arezzo- ha avviato la progettazione di un servizio innovativo da prestarsi
all’interno del reparto di pediatria dell’ospedale San Donato.
L’idea del progetto nasce dalla constatazione che la permanenza dei bambini e
delle bambine in ospedale trae un significativo beneficio dalle opportunità già
esistenti e consolidate negli anni: ludoteca -e relativo prestito di giochi e libri
nelle camerette; gruppo dei medici clown (anch’essi all’interno dell’AVO) e petterapy.
Analizzando la distribuzione spazio-temporali di tali servizi è emerso che tutti si
concentrano prevalentemente in alcune fasce oraria della giornata, lasciandone
scoperte altre, in particolar modo la mattina e il dopo cena (che in ospedale si
dilata molto in virtù dell’anticipazione degli orari rispetto a quelli domestici).
Questa presa d’atto ha animato una riflessione circa l’opportunità di attivare un
servizio che potesse configurarsi come massimamente flessibile e altamente
personalizzabile, nell’intento di offrire compagnia alla coppia
ricoverato/genitore, attraverso modalità qualitativamente e culturalmente
significative. La lettura ad alta voce è parsa essere una risposta adatta a
rispondere agli obiettivi in termini di flessibilità, rilevanza e qualità.
Il progetto da subito si è spinto ben oltre ed ha sposato la causa della
promozione di cultura attraverso la proposte di libri caratterizzati per qualità,
originalità, valore artistico e spessore dei contenuti trattati.
Ottenuto un finanziamento dal CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana),
nel febbraio 2009 è partito il progetto, articolato in tre macroazioni:
costituzione/formazione di un gruppo di volontari;
selezione/acquisto libri da utilizzare per le letture e da donare;
attivazione vera e propria delle letture in pediatria.
Finalità e motivazioni
Uno degli aspetti cardine del progetto è la cura della relazione interpersonale,
che si denota indubbiamente come l’elemento qualificante del servizio.
I volontari offrono attraverso la lettura un’opportunità di scambio e compagnia,
sia al bambino/a o adolescente, sia al familiare. Essi entrano in coppia nelle
camere del reparto, strutturate per accogliere un unico ricoverato e il familiare
che lo assiste, e gli offrono l’opportunità di trascorrere del tempo insieme
leggendo o guardando un libro. Al termine il bambino –o adolescente- riceve in
dono un libro a sua scelta.
Durante il periodo che la coppia dei volontari lettori trascorre con la coppia
bambino/a-adulto leggendo libri al singolo ricoverati, offrono un modello ai
genitori. Le speranze relative alla auspicata emulazione da parte di genitori e
parenti sono rafforzate dal fatto che i volontari sono persone “normali” di
entrambi i sessi, di varie età, provenienze, esperienze professionali, curricula.
Non vi sono nel gruppo professionisti del settore.
Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi:
- impegnare costruttivamente il tempo del ricovero allietando i diretti
interessati e i familiari;
- affermare con forza il valore della lettura, ed in particolare della lettura a
voce alta, puntando esclusivamente su testi di elevata qualità;
- portare i libri anche in quelle case in cui diversamente non entrerebbero
attraverso il dono di un testo a tutti coloro a cui è stata proposta una
lettura.
Donare un libro al termine della lettura ha comportato un impegno economico
significativo, poiché non si sono acquistati stock di libri. Nessun libro è stato
selezionato solo per fama, ma è stato visionato e preso in mano per sceglierne
l’edizione. Ci si è dilettati ad effettuare uno studio –seppur appena abbozzato
della produzione libraria di settore, allo scopo di individuare testi idonei ad
essere letti in reparto e volumi adatti ad essere regalati.
Nella scelta dei libri, grande attenzione è stata posta ai seguenti criteri:
- alla qualità del volume, con particolare attenzione a testo, immagine,
formato, innovazione e sperimentazione dei linguaggi;
- a veicolare messaggi atti a favorire il rispetto delle peculiari diversità di
genere ed appartenenza socioculturali;
- a presentare forme artistiche originali e –in alcuni casi- di nicchia.
Sono stati evitanti sia i testi con modelli stereotipati, che quelli presenti nella
grande distribuzione, allo scopo di promuovere una più puntuale conoscenza
del mondo editoriale italiano. per l’infanzia e l’adolescenza.
Il patrimonio dei libri raccolti spazia tra i seguenti settori: poesia, fiabe,
filastrocche, albi illustrati, romanzi, racconti, testi divulgativi, libri di fotografie,
pop up.
L’avvio vero e proprio: selezione volontari; corso di formazione;
attivazione di servizi di supporto al volontario; sperimentazione in
corsia
A seguito della una pubblicità effettuata attraverso l’affissione di 80 manifesti
in città, 47 persone hanno aderito al progetto; con esse è stato stipulato una
sorta di contratto d’onore attraverso il quale si chiedeva –in cambio della
possibilità di partecipare al corso di formazione- un impegno di 3 ore mensile ,
di cui la metà da spendere nella fattiva prestazione di servizio in corsia, metà
per partecipare agli incontri mensili di supervisione ed aggiornamento.
Tra marzo e maggio sono stati realizzati 11 incontri di formazione a cadenza
settimanale, durante i quali si è spaziato tra elementi di letteratura per
l’infanzia e l’adolescenza, implicazioni dell’esposizione alla lettura ad alta voce,
elementi di base della comunicazione interpersonale, esercitazioni pratiche per
sviluppare competenze nell’uso della voce e del corpo durante le letture.
Finito il corso gli aspiranti volontari erano 38.
A giugno è stato attivato lo “sportello libri”, con il duplice obiettivo di dare ai
volontari la possibilità di prendere dimestichezza con i testi disponibili e di
incontrarsi per consolidare l’appartenenza al gruppo.
Si è stabilito di prevedere per ciascun volontario 1 turno mensile di lettura in
reparto, allo scopo di non sovraccaricarli e rischiare che l’adesione scemasse in
breve tempo; così facendo si è riusciti a coprire ogni settimana due mattine
dalle 9.30 alle 11.00 e due pomeriggi dalle 18.30 alle 20.00 a settimana.
La sperimentazione del servizio in reparto ha preso regolarmente avvio il primo
luglio.
Ad ottobre si è conclusa la fase sperimentale; 36 volontari hanno confermato
l’adesione al progetto sottoscrivendo l’accettazione del regolamento interno -
che prevede, tra l’altro:
- l’accettazione della natura unitaria del gruppo e dell’immagine corale che
ciascun volontario è tenuto a curare, pur nella valorizzazione delle
precipue particolarità;
- la continuità del proprio impegno e la partecipazione agli incontri mensili.
(E’ è fatta salva, invece, la possibilità di non usufruire dello sportello libri,
anche se rimane fortemente raccomandata una frequenza periodica, non
necessariamente assidua);
- provvedere autonomamente a trovare un sostituto se impossibilitato ad
andare ad effettuare le letture;
- il rispetto di una prassi operativa che definisce modi e tempi per
raccordarsi con il personale infermieristico e medico.
Tanti libri per tante culture: bambini, adolescenti, cittadinanze diverse
Leggere in pediatria mette in condizione di entrare in contatto trasversalmente
con diverse tipologie di famiglia, di bambini, preadolescenti, adolescenti,
genitori giovani, maturi, benestanti e meno abbienti. In pediatria si entra poi in
contatto con cittadini e culture diverse: italiani (originari di Arezzo ed
immigrati) ma anche, prendendo in esame i dati degli anni precedenti,
provenienti da Albania; Romania, Marocco, Stati Uniti, Cina, Sry Lanka,
Pakistan, Bangladesh, India, Russia, paesi arabi, Belgio, Tunisia, Kossovo,
Giappone ed Etiopia .
La composizione rispetto all’età è stata negli anni passati grossomodo la
seguente: circa il 30% tra 0 e 3 anni; altrettanti tra 4 e 6 anni, intorno al 20%
tra 7 e 10 anni; il 10% tra 11-13 anni; altrettanti tra 14 e 18 anni. Rispetto al
genere non risultano significative differenze.
Aggiornare il quadro di ricoveri ci consente di personalizzare sempre più
puntualmente le risposte culturali sia in termini di scelta dei libri che nel
l’affinare le competenze relazionali.
I prossimi sviluppi
Consolidare la Supervisione mensile
Il servizio, pur nella sua semplicità, comporta una serie di attenzioni al
sostegno dei volontari nelle varie fasi del loro operato per garantire il quale
occorre una sistematica assistenza e formazione in itinere; a questo scopo è
necessario mantenere la supervisione mensile ai volontari attivi.
Durante tali incontri essi esprimono i propri vissuti e le proprie riflessioni in
riferimento all’andamento del proprio operato. E’ in tali contesti che il
volontario percepisce di essere membro di un gruppo pronto a sostenerlo, ad
amplificarne eventuali potenzialità, ad accoglierne il dolore o il disagio provato
di fronte alla sofferenza.
Questi incontri aiutano contestualmente il responsabile di progetto a ridefinire
in itinere come offrire risposte sempre più personalizzate e flessibili ai bambini
e alle loro famiglie, nel rispetto dei volontari e dei beneficiari.
Effettuare Aggiornamenti in itinere
I volontari hanno accettato di buon grado la proposta di proseguire una
formazione in itinere durante la quale riprendere con andamento spiraliforme
le tematiche affrontate durante il corso di formazione di base ed approfondirle,
anche grazie alle esperienze maturate nel frattempo e agli approfondimenti
teorici compiuti personalmente da alcuni volontari.
E’ nostro desiderio, inoltre, approfondire la conoscenza dei libri che abbiamo
in dotazione (circa 170 in biblioteca, oltre a tutti quelli che doniamo e che nel
caso degli testi per adolescenti non fanno quasi mai parte del nostro
patrimonio permanente)
Rafforzare le Attività di sportello
Consolidare le attività dello sportello mettendo a programma anche una serie
di incontri tematici autogestiti. E’ in programma anche la realizzazione di
laboratori per la costruzione di prelibri sulla falsa riga di quelli ideati da Munari.
Tale spazio diventerà probabilmente la vera fucina di idee ed organizzazione di
eventi, poiché è vero che non vede la compresenza di tutti i volontari ma è
aperto due volte a settimana anziché una volta al mese.
Incrementare l’approccio multiculturale
Nel futuro è nostro intendimento aumentare l’attenzione alla multiculturalità,
principalmente attraverso le seguenti piste:
- acquistare libri in lingua straniera (da donare), tenendo conto della
cultura dei ricoverati;
- acquistare testi in italiano illustrati da stranieri;
- invitare esponenti del “centro di documentazione di Arezzo” a fare una
formazione ad hoc sui temi dell’accoglienza in ospedale in culture diverse
dalla nostra;
- privilegiare, in future selezioni, lettori volontari che sappiano leggere
testi in lingue straniere nel rispetto di tutti gli altri requisiti richiesti.
Questi i risultati conseguiti da marzo ad oggi. Tenuto conto della stabilità del
gruppo e del numero di letture settimanali fino ad oggi garantite, siamo molto
motivati a spendere ulteriori energie in questo progetto.
© 2009 Francesca Romana Grasso – Atti Convegno Erickson